Anime Night #001: Cowboy Bebop, il cult spazio-western-jazz da recuperare

zak-pecetta-animenight*Altro che banner nuovo. Pecetta POWAH*

C’era una volta, in un tempo lontano dominato dal Grunge e dalle Boy Band, un canale in grado di diffondere musica per la generazione di bimbetti che avrebbero dominato il nuovo millennio. Quel canale era MTV. Un’entità che, oltre alla musica, si espanse in luoghi sconosciuti come l’animazione e l’esotico mondo degli anime. Tanti furoni i capolavori godibili dai giovani membri di quella generazione, tanto da invadere il successivo decennio. Beavis e Butthead, Celebrity Deathmatch, Daria, Alexander, Aeon Flux, Golden Boy, GTO, Ranma ½, I cieli di Escaflowne, Trigun e tanti altri. E tra questi piccoli gioielli del palisesto abbiamo forse il più brillante, Cowboy Bebop.

Cowboy Bebop è un anime composto da 26 episodi, prodotto da Sunrise sotto la regia di Shinichiro Watanabe. È il mio preferito e lo ritengo perfetto in ogni suo aspetto.

Terra 2022 (adesso mi sembra molto più vicino di allora). Esplode un gate sperimentale che avrebbe permesso spostamenti rapidi nello spazio. Le conseguenze devastano il pianeta Terra costringendo i suoi abitanti a colonizzare altri pianeti come Marte, Venere e alcuni satelliti di Giove. La polizia del sistema solare (ISPP), messa in scacco dalla vastità dello spazio e dalle manovre del cartello dei Red Dragon Crime Syndacate, utilizzano i cacciatori di taglie per catturare i criminali. Con un’ambientazione in cui convivono la fantascienza e il western, la porcata sembra dietro l’angolo, ma non temete. Questa serie sa esattamente come affascinarvi.

 

La trama segue le vicende, molti anni dopo, di un duo di cacciatori di taglie: Spike Spiegel e Jet Black, ex-investigatore dell’ISSP. Nel corso delle loro catture aumenteranno il loro equipaggio accogliendo membri stravaganti e tormentati dal loro passato: Faye Valentine, ladra approfittatrice che cerca di recuperare la propria memoria; Radical Edward, un hacker adolescente che si unisce al guppo per evitare la solitudine terrestre; Ein, un Welsh Corki che veniva usato come cavia da laboratorio, con un’intelligenza sopra la media che solo Edward sembra notare.

Non devi temere la morte, è un’insonne compagna che non tradisce. Nel momento in cui si avvicina, quando al suo cospetto il sangue gela nelle vene, sappi che essa non fa altro che proteggerti dolcemente.

Ogni episodio è dedicato, tranne qualche eccezione, alla cattura del criminale di turno. Questo è poco più che un pretesto per approfondire il carattere, la storia e la profondità di ogni singolo personaggio, senza escludere i secondari. Anche se gli episodi si concentrano su tante trame verticali, lasciano indizi per quella che è la storia orizzontale: il passato e il futuro del protagonista Spike Spiegel.

Guardami gli occhi: il destro è artificiale, quello vero l’ho perso in un incidente. Da allora con l’occhio sinistro registro il presente, mentre con il destro ricordo il passato; mi ha insegnato che non sempre ciò che è visibile corrisponde alla realtà.

Tra tutti i personaggi, Spike è quello più ambiguo. Ha un’indole apparentemente pigra, ma nel momento dell’azione rivela la sua natura di cacciatore. Passa il suo tempo libero tra il sonnecchiare e l’allenarsi nel Jeet Kune Do. Dice agli altri di non curarsi del loro passato anche se è schiavo del proprio. È un personaggio pieno di fascino con una doppia vita come il diverso colore dei suoi occhi. Per questo, ed altri cento motivi, Spike è uno dei personaggi più carismatici che abbia mai visto nell’animazione.

Vicious:”All’angelo corrotto cacciato dal paradiso non resta altro destino che farsi demonio… non sei forse d’accordo, Spike?”
Spike: “Io vivo in un sogno dal quale non riesco a destarmi”
Vicious: “Ti risveglierò io”
Spike: “Non c’è fretta, Vicious, in fondo ci rivediamo dopo tanto…”
Vicious: “Mi stai forse chiedendo di risparmiarti?”
Spike: “Non credo che una simile richiesta possa toccarti il cuore. Anche davanti al suo creatore la bestia non conosce gratitudine”

Non posso non spendere una parola per i dialoghi. Bellezza che non deriva solo dalle parole scelte o dall’atmosfera in cui vengono inserite, quanto dal modo in cui sono intessute le relazioni tra i personaggi.

I think it’s time we blow this scene.
Get everybody and the stuff together.
Ok, three, two, one let’s jam.

Di solito non sono mai estrema quando parlo dei gusti degli altri, ma in questo caso… Beh, diciamo che se a uno non piace la colonna sonora di Cowboy Bebop è perché ha il trono di ceramica in un orecchio e lo scopettone nell’altro. Tutte le musiche sono state composte e interpretate dai The Seatbelts, capitanati dall’incredibile Yoko Kanno. Questa santa donna è famosa per aver curato le musiche di altri anime di successo come: I cieli di Escaflowne, Wolf’s Rain, Ghost in the Shell: Stand Alone Complex, Macross Plus e tanti altri. La musica in questo anime è così importante da diventare parte integrante del titolo (il Bebop è infatti uno stile di jazz in voga a Ney York negli anni ’40). I singoli episodi sono chiamati “Session” e ognuno ha un riferimento musicale, come ad esempio: Waltz for Venus, Sympathy for the Devil, Bohemian Rhapsody o Asteroid Blues. Non sto consigliando solo l’anime, ma anche la sua soundtrack. Fidatevi!

Credo di saperlo, non credo di saperlo, credo di sapere di saperlo, credo di non sapere di saperlo, credo di non sapere.

Con la musica viene aggiunto il terzo elemento per cui Cowboy Bebop è un anime dall’ambietazione unica: fantascienza, western e jazz. E visto che stiamo tirando le somme, aggiungiamo i personaggi ben caratterizzati e i dialoghi memorabili per ottenere quello che considero “il miglior anime che abbia mai visto”. È un prodotto così occidentale, che posso consigliarlo anche a chi odia l’animazione giapponese. Ma in fondo, il vero motivo per cui lo amo così tanto è che mi ha dato la consapevolezza che esiste un’alternativa alla formula standard a cui ero abituata. Prima di allora avevo visto cartoni animati più seri e ben studiati, ma non erano mai stati così profondi e verosimili (sembra strano, ma il mondo di Cowboy Bebop è plausibile). Shinichiro Watanabe e il suo Cowboy Bebop hanno attivato la mia curiosità e l’hanno puntata verso le alternative facendomi conoscere tanti altri mondi incredibili. Gli devo molto e cento volte l’ho visto e altrettante sicuramente lo vedrò. Spero lo proviate anche voi.

SEE YOU SPACE COWBOY!

8 risposte a “Anime Night #001: Cowboy Bebop, il cult spazio-western-jazz da recuperare

  1. Pingback: Anime Night #011: Wolf’s Rain, il paradiso dei lupi | notDATclever

  2. Pingback: Canzoni #11: Lupo | Dubbi Alieni

  3. Cowboy Bebop è uno di quei capolavori che ti entrano nel cuore. Uno di quei lavori che, guardandolo di nuovo, scopri più cose e più significati.
    E’ un lavoro che amo 🙂 Anche la colonna sonora è spettacolare 🙂 (Anche se, almeno per me, compete molto con Trigun :P)

    Piace a 1 persona

Lascia un commento